VIDEO| Battaglia di Kursk: i russi attaccarono una brigata ucraina d'élite con 30 veicoli blindati

Missili russi "Iskender M" hanno colpito veicoli corazzati ucraini vicino a Kursk - Foto Profimedia

Solo una settimana fa, unità della 47a brigata meccanizzata dell’esercito ucraino erano impegnate in combattimenti insoliti e apparentemente inutili intorno alla città di confine di Novi Put, nella Russia occidentale, 40 chilometri a ovest dei circa 650 chilometri quadrati di territorio che le forze ucraine hanno conquistato durante la guerra. Regione russa. nell'agosto di quest'anno.

Oggi, le unità della 47a Brigata, equipaggiate con veicoli da combattimento americani M-2 Bradley e carri armati M-1 Abrams, non combattono più per Novi Put. Ora stanno lottando per uscire sul fianco sinistro di Kursk, cercando di mantenere le loro posizioni prima di una forte controffensiva russa, iniziata il 7 novembre, scrive Forbes.

Approfittando del periodo post-elettorale negli Stati Uniti, forse anticipando i cambiamenti nelle relazioni USA-Ucraina, la Russia ha lanciato un’offensiva a tutto campo a Kursk. Il Cremlino ha inviato rinforzi dal 51° reggimento aviotrasportato e dall’810a brigata dei marine, che ora comprende migliaia di soldati nordcoreani, alle posizioni ucraine.

Artiglieria semovente russa in posizione nell'area di Kursk - Foto EPA, Ministero della Difesa russo

Martedì, in un attacco, 30 veicoli corazzati russi si sono mossi verso la 47a Brigata Meccanizzata in cinque ondate. Gli ucraini hanno risposto con mine, droni e missili anticarro Stugna-P, distruggendo dieci veicoli russi. I sopravvissuti si ritirarono in settori controllati da altre unità ucraine, inclusa la 17a Brigata Meccanizzata Pesante, che continuò anche a infliggere perdite ai veicoli rimanenti.

Nonostante le pesanti perdite – tra cui quasi 2.000 soldati morti e feriti in un solo giorno – i russi continuano ad attaccare. Putin aveva inizialmente fissato la scadenza del 1° ottobre per riconquistare Kursk, ma ora si ritiene che la nuova scadenza sia il 20 gennaio, quando verrà insediato il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.

Trump ha promesso di porre fine alla guerra in Ucraina entro 24 ore, anche se non è chiaro come intende farlo una volta che avrà ufficialmente preso il controllo della politica estera americana. Presumibilmente, in una conversazione post-elettorale con il presidente Zelenski, avrebbe proposto una tregua che congelerebbe l’attuale linea del fronte.

Secondo la proposta, la Russia manterrebbe circa 65.000 chilometri quadrati di territorio ucraino, mentre l’Ucraina controllerebbe 650 chilometri quadrati intorno a Kursk, a condizione che possa mantenere quella parte fino all’entrata in vigore del cessate il fuoco. Putin, però, è pronto a fare grandi sacrifici pur di forzare il ritiro delle forze ucraine da quel territorio.

I comandanti della 47a Brigata Meccanizzata sono consapevoli che non è il momento per attacchi transfrontalieri, poiché i russi concentrano i loro sforzi interamente su Kursk, mentre gli ucraini fanno del loro meglio per mantenere le posizioni.

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