VIDEO | Andonovic: Per la prima volta nella storia, Washington sta imponendo sanzioni a Pristina, fornendo sostegno a Belgrado

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Gli Stati Uniti d'America hanno imposto sanzioni a Pristina due volte nell'arco di un'ora e mezza ieri. In primo luogo, la partecipazione del Kosovo all'esercitazione "Defender Europe 2023" è stata annullata, quindi ai rappresentanti del governo di Albin Kurti è stato vietato di visitare ulteriormente gli Stati Uniti, e c'era anche la minaccia che Washington sospendesse il sostegno e le pressioni per l'integrazione del Kosovo nelle istituzioni internazionali.

E' più che certo che gli Usa non cambino né la loro politica né la loro posizione sull'indipendenza del Kosovo, ma dalle dichiarazioni di ieri dell'ambasciatore americano a Pristina, Jeffrey Hovenier, si evince che gli americani sono stufi della politica di perseveranza di Kurti provocazioni e destabilizzazione nel nord del Kosovo.

Ieri Hovenier ha chiaramente e inequivocabilmente puntato il dito contro Kurti come il colpevole della situazione attuale, evidenziando la sua preoccupazione per i soldati della KFOR feriti che hanno sofferto a causa delle decisioni prese dal Primo Ministro Kurti.

Hovenier ha anche ribadito la richiesta Usa alle autorità di Pristina: di non insistere affinché i nuovi sindaci lavorino negli edifici municipali e che i poliziotti del Kosovo si ritirino dai tre edifici municipali nel nord, dove vive la maggioranza della popolazione serba.

Intanto il pubblico segue da giorni le scene drammatiche di Zvečan, dove sono rimaste ferite più di 70 persone, oltre a Leposavic e Zubin Potok. Il tutto è culminato con l'intervento della KFOR.

L'amministrazione Usa non vuole più tollerare di rischiare la vita ai soldati Nato e destabilizzare la situazione in Kosovo, forse irrevocabilmente, così ieri pomeriggio l'alleata americana Pristina ha ricevuto il primo schiaffo.

Hovenier ha affermato che l'annullamento della partecipazione del Kosovo all'esercitazione "Defender Europe 2023" è la prima conseguenza per il governo del Kosovo, che ha respinto gli appelli di Washington a ridurre la situazione nel nord.

Ciò che viene ipotizzato nell'opinione pubblica è, ovviamente, che la minaccia di introdurre un protettorato internazionale nel nord del Kosovo possa danneggiare maggiormente Pristina. Sarebbe un chiaro segnale a tutti i paesi che non riconoscono l'indipendenza, e in particolare a quelli dell'UE, che non dovrebbero cambiare posizione.

Ieri sera, in un videomessaggio, Kurti ha risposto all'annuncio delle sanzioni Usa al Kosovo e ha dichiarato il Kosovo "il Paese più democratico dei Balcani occidentali", aggiungendo che "la democrazia non può essere sospesa, né essere ostaggio di qualcuno".

Kurti ha detto che i sindaci eletti il ​​23 aprile, nonostante la quasi assenza di affluenza alle elezioni, sono ancora gli unici che hanno la legittimità di essere negli edifici comunali e gestire i comuni.

Nel frattempo, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha confermato che la NATO dispiegherà altri 700 soldati per rafforzare la missione KFOR in Kosovo.

Intanto questa mattina sono continuate le proteste di un gran numero di cittadini davanti al palazzo del comune di Zvechan. Lo hanno annunciato i rappresentanti dei serbi le proteste di oggi saranno più massicce. Chiedono il ritiro della polizia speciale del Kosovo e l'assunzione del pieno controllo da parte della KFOR, nonché il rilascio dei loro due connazionali che sono stati arrestati, picchiati e attualmente in custodia.

La situazione al momento è calma.

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