VIDEO| Andonović: Proteste studentesche in Serbia, cosa succederà ora?

Dopo la protesta più imponente nella storia della Serbia, il 15 marzo, la domanda principale è: cosa fare ora e come?

Mentre il governo cerca di convincere l'opinione pubblica che ha vinto e di porre fine alle proteste, gli studenti affermano che il governo di Vucic ha utilizzato l'ultima carta che aveva.

Sostengono che le loro richieste non sono state accolte e che le proteste termineranno quando loro lo decideranno.

Sabato gli studenti, sostenuti dai cittadini, hanno manifestato, riuscendo a radunare in piazza oltre 100 persone, cifra riconosciuta dallo stesso Vučić.

È più che chiaro che quando oltre 100 cittadini insoddisfatti si riuniscono attorno a un governo per protestare, ciò rappresenta un chiaro segnale di cambiamento, cosa che lo stesso Vucic ha pubblicamente riconosciuto.

Ciò che gli studenti, ispirati dalla grande tragedia di Novi Sad, sono riusciti a fare è persistere nei loro sforzi di protesta e di richiesta di una società migliore per più di 4 mesi.

Il risultato più significativo, dopo le proteste di Novi Sad, Niš e Kragujevac, è stata ovviamente la grande e storica manifestazione di Belgrado. Ciò che va sottolineato in particolare è che le proteste, pur essendo valutate come un grave rischio per la sicurezza, hanno comunque causato diversi incidenti.

Quando gli studenti stessi si resero conto che gruppi radicali stavano tentando di infiltrarsi nelle proteste, si ritirarono pubblicamente, annunciando di non riuscire a controllare la protesta.

Le proteste vere e proprie, a parte i cortei di protesta, sono state piuttosto disperse, il che è stato attribuito alle misure repressive del governo Vucic, accusato di aver utilizzato alcuni metodi proibiti, tra cui il famoso cannone sonoro, le cui prestazioni non sono note al grande pubblico.

D'altro canto, Vučić e la polizia serba sono riusciti a mettere in sicurezza la protesta e, con piccoli incidenti, a controllare la situazione della sicurezza a Belgrado e in Serbia.

La domanda sorge spontanea: cosa succederà ora?

Quali saranno i prossimi passi degli studenti? Le proteste continueranno o si avvererà l'annuncio di Vučić secondo cui tutto finirà domenica 15 marzo?

Gli studenti annunciano che le proteste, etichettate con il termine "pumping", continueranno e, come annunciano, saranno molto più energiche di quanto non siano state negli ultimi mesi.

Annunciano che continueranno i blocchi. Non saranno effettuati rimborsi alle facoltà per quanto riguarda il proseguimento dell'anno accademico finché non saranno soddisfatti i requisiti.

Al momento non si sa quali siano i loro piani e le loro attività future. L'opinione pubblica si aspetta che gli studenti condannino apertamente e inequivocabilmente il Presidente della Serbia e sostengano la formazione di un governo di esperti che soddisfi le loro richieste.

Per ora, stanno dicendo pubblicamente che i loro plenum non si sono pronunciati in merito, che non hanno una posizione in merito e che stanno continuando con le proteste non violente.

Analisi completa nel video sopra nel testo

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