Ucraina, Polonia e altri sei paesi chiedono a Meta e ad altri giganti della tecnologia di combattere la disinformazione
Tra la crescente preoccupazione per gli effetti insidiosi della disinformazione proveniente dalla Russia, i primi ministri di otto paesi europei, tra cui Ucraina, Moldavia e Polonia, hanno firmato una lettera aperta in cui esortano gli amministratori delegati delle principali società di social media ad adottare misure più aggressive per fermare la diffusione di notizie false sulle loro piattaforme.
Come riportato dal New York Times, la lettera aperta degli otto primi ministri ha invitato i giganti della tecnologia a prendere misure più aggressive per combattere la disinformazione sulle loro piattaforme. I primi ministri hanno espresso preoccupazione per gli effetti destabilizzanti delle fake news dalla Russia, in particolare sulla guerra in Ucraina.
La loro lettera invitava i leader di Metta e altre società ad agire "contro la disinformazione che mina la nostra pace e stabilità" e li invitava a porre fine agli sforzi "per indebolire il nostro sostegno all'Ucraina di fronte a una guerra di aggressione russa". I primi ministri hanno anche chiesto una regolamentazione più coordinata da parte dei governi.
I leader nazionali chiedono alle aziende tecnologiche una migliore autoregolamentazione; dedicare più risorse per rispondere alle false narrazioni; adeguare gli algoritmi per dare priorità alla verità rispetto al coinvolgimento; e segnalando chiaramente deep fake e post automatizzati, compresi quelli prodotti dall'intelligenza artificiale
"Le piattaforme tecnologiche come la tua sono diventate campi di battaglia virtuali e potenze straniere ostili le stanno usando per diffondere false narrazioni che contraddicono le notizie basate sui fatti", hanno scritto. Gli annunci a pagamento "sono spesso usati per incitare disordini sociali, portare la violenza nelle strade e destabilizzare i governi", hanno affermato.
I leader tecnologici, tra cui Elon Musk, hanno avvertito che la tecnologia potrebbe comportare "profondi rischi per la società e l'umanità".
Fonte: civile