Controlla tre volte, credi una volta

Dejan Srbinovski / Free Press

Il rapporto sull'alfabetizzazione mediatica pubblicato di recente dall'Open Society Institute afferma che la Macedonia è in fondo, al 40° posto, il che significa che è la più vulnerabile quando si tratta di notizie false e dei loro effetti negativi.

Il Fact-Checking Day, il 2 aprile, che si celebra in tutto il mondo subito dopo il primo di aprile, è un invito globale all'azione per valorizzare la trasmissione dei fatti. Questa data è particolarmente importante in un periodo in cui il paese e il mondo vivono quotidianamente con un afflusso di false informazioni relative alla guerra in Ucraina, alla politica e ad altri ambiti della vita sociale. In quella direzione, nella nostra società, oggi più che mai, c'è bisogno di verificare i fatti e la loro adeguata collocazione e valutazione. È necessario per il bene di tutti, perché solo fatti e verità annulleranno l'effetto nefasto del fenomeno delle fake news, che porta danni incalcolabili in tutti i segmenti della vita.

Lo afferma, tra l'altro, l'ultimo indice annuale di alfabetizzazione ai media dell'ultimo anno pubblicato di recente dall'Open Society Institute di Sofia (OSI), che utilizza i dati dell'Istituto di istruzione (PISA) e di Eurostat. In questa ricerca, la Macedonia è stata valutata con 23 punti (su un massimo di 100) ed è al penultimo, 40° posto, proprio nella classifica dell'ultimo Media Literacy Index. Nella classifica stilata dall'Istituto si osservano 41 paesi. L'ultimo, 41° posto, è occupato dalla Georgia, e prima della Macedonia, al 39° posto, si classifica solo il Kosovo (ma con lo stesso numero di punti di RSM), la Bosnia-Erzegovina (24 punti) è al 38° posto, l'Albania (25 punti) punti) al 37° posto, Montenegro (32 punti) al 35° posto e Serbia (35 punti) al 32° posto.

Questi paesi, secondo la ricerca, hanno la più bassa resistenza potenziale ad affrontare la disinformazione e i suoi effetti, perché, come afferma il documento, sono in ritardo nell'indice di accesso critico ai contenuti dei media, nonché nell'uso del potenziale dei media a scopo informativo e didattico.

Tuttavia, la manipolazione dei media non è una novità ed esiste da anni. Gli esperti in questo campo concordano ogni giorno sul fatto che finora sono stati compiuti passi fondamentali per creare le condizioni per la pratica di standard e principi per il lavoro professionale di giornalisti e media. Naturalmente, c'è ancora molto da fare su questo fronte, anche nel campo della verifica dei fatti e dell'alfabetizzazione mediatica, e questo è precisamente il ruolo del giornalismo professionale.

La carta stampata, attraverso le sue redazioni e il suo staff professionale, che pratica il "codice dei giornalisti" e cristallizza quotidianamente la voce del pubblico, la voce dei cittadini, è un coraggioso cittadino osservatore dei fatti reali e un correttore di pubbliche politiche. Pertanto, ogni Stato ha un interesse nazionale in nome dei cittadini per incoraggiare i media e creare le condizioni affinché siano un forte fattore di prosperità sociale, per diagnosticare e analizzare fenomeni o problemi e per offrire soluzioni nell'interesse dei cittadini.

In parole povere, tutto si riduce all'apprendimento di tecniche su come riconoscere questa falsa informazione, da cui poi emergeranno regole certe su come riconoscere la fonte, se è verificata e confermata da due o tre fonti, e così via. Attraverso questi meccanismi, i giornalisti, così come il pubblico, saranno in grado di valutare le notizie stesse - se manca qualcosa in esse, se il contenuto è stato modificato o se sono del tutto false, affermano gli esperti.

La sintesi, in sintesi, è che nel Paese, ma anche in Regione, la lotta alle fake news non può che essere incentivata rafforzando la media literacy, cioè aumentando la capacità dei cittadini di accedere, comprendere, analizzare e valutare criticamente diversi media e contenuti multimediali. Sebbene sia un processo complesso e difficile e non porti risultati immediati, alla lunga è l'unico passo salutare per la democrazia e la libertà di parola. È attraverso l'educazione e l'alfabetizzazione mediatica che si impara a sviluppare capacità di pensiero critico, a riconoscere manipolazioni e fake news, ma allo stesso tempo è molto importante prevenire e sanzionare tali fenomeni dannosi da parte delle istituzioni.

E, alla fine, se c'è un detto "misura tre volte, taglia una volta" per sarti e sarti, allora il detto "controlla tre volte, credi una volta" può essere applicato all'affidabilità delle informazioni inserite nei media e su social networks.

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