La Sardegna combatterà lo spopolamento importando pastori dal Kirghizistan

Pecora di Sardegna / Foto: Philippe Lissac / Godong / Gruppo immagini universali / Profimedia

La sezione locale del sindacato nazionale degli agricoltori italiani, Coldiretti, ha stretto un accordo con le autorità kirghise per inviare circa un centinaio di agricoltori locali nell'isola del Mediterraneo nel tentativo di mantenere viva la tradizione agricola.

La Sardegna italiana, un'isola del Mediterraneo nota per le sue acque cristalline, le spiagge sabbiose caraibiche e la produzione del tipico formaggio pecorino dal sapore forte, ha a lungo lottato con il problema dello spopolamento. Euronews.

Tra il 2019 e il 2020, ultimi dati disponibili presso le autorità regionali, la popolazione dell'isola è scesa da 1.587.413 a 1.509.044. Il fenomeno ha colpito più duramente le zone rurali della Sardegna, lasciando molti preoccupati per la scomparsa delle tradizioni dell'isola – compresa la tipica produzione di latte – mentre i pastori locali invecchiano e i giovani lasciano l'isola.

Ma ora le autorità locali hanno trovato una soluzione: importare pastori dal Kirghizistan. La sezione regionale della Coldiretti, il più grande sindacato degli agricoltori italiani, ha recentemente firmato un accordo con il ministro del Lavoro del Kirghizistan per avviare un progetto pilota che porterà sull'isola circa 100 pastori kirghisi e le loro famiglie.

I pastori arriveranno sull'isola il prossimo anno.

Secondo i funzionari sardi della Coldiretti, il sindacato ha identificato il Kirghizistan come un paese che aveva tradizioni pastorali simili a quelle della Sardegna, dove la pastorizia era stata praticata per secoli.

I pastori kirghisi verranno inseriti in piccoli centri rurali della Sardegna, dove svolgeranno inizialmente un periodo di apprendistato che potrebbe successivamente trasformarsi in un contratto a lungo termine. Saranno inoltre accompagnati da figure che li aiuteranno ad integrarsi nella cultura e nelle comunità locali.

L’obiettivo finale, se il progetto pilota avrà successo, è portare migliaia di pastori kirghisi in Sardegna.

Ma perché spingersi fino in Kirghizistan per trovare pastori validi che continuino la tradizione della pastorizia sarda?

Nonostante ci sia stato un numero significativo di migranti sbarcati sulle coste italiane quest'estate, Coldiretti ha riferito che è difficile trovare lavoratori a lungo termine disposti a lavorare nelle zone rurali dell'entroterra della Sardegna. I pastori kirghisi, invece, sono abituati a vivere in piccole comunità e hanno familiarità con la pastorizia, ha affermato il sindacato.

Il governo kirghiso deve ancora lanciare un appello ai pastori locali che vogliono trasferirsi nell’isola del Mediterraneo.

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