Rangelovic: Un nuovo veto porterà turbolenze politiche
Il vertice Ue di giugno si avvicina ed è sempre più certo che il veto bulgaro sul quadro negoziale per la Macedonia rimarrà nonostante tutti gli appelli pubblici e le pressioni segrete di statisti e diplomatici europei, soprattutto dopo l'ultimo incontro dei primi ministri Dimitar Kovacevski e Kiril Petkov a Roma, dopo di che Kovacevski ha affermato che non esiste ancora un documento reciprocamente accettabile che risolverà la controversia, e che non si sono impegnati a scadenze specifiche, ma per un lavoro costruttivo. Gli analisti hanno da tempo avvertito, così come la leadership statale, che un nuovo veto bulgaro a giugno rafforzerà ulteriormente l'euroscetticismo crescente, non solo in Macedonia ma nell'intera regione dei Balcani occidentali.
Secondo il politologo Ivo Rangelovic, il veto porterà turbolenze politiche.
- L'euroscetticismo tra i cittadini aumenterà ulteriormente, a causa della rabbia verso la politica non europea e incivile della stessa Unione Europea. La perpetuazione del veto può causare turbolenze nella vita politica e nei processi nel nostro paese, perché di fatto l'UE perderà completamente la sua credibilità e la sua storia europea qui in Macedonia, ma anche nella più ampia regione dei Balcani occidentali. Sarebbe legittimo per il governo, così come l'intero scaglione politico, smettere di dare la priorità all'adesione all'UE e impegnarsi nei problemi essenziali in Macedonia - ha affermato Rangelovic.
Prima dell'incontro con Kovacevski a Roma, Petkov ha affermato che la revoca del veto potrebbe essere discussa dopo che il ministero degli Affari esteri avrà presentato gli ultimi risultati dell'andamento del dialogo con la Macedonia del Nord, quindi tali risultati dovrebbero essere presentati al parlamento, che discuterà e adotterà una posizione chiara su ciò che il governo bulgaro dovrebbe fare.
Il ministro degli Esteri, Bujar Osmani, ha dichiarato oggi che i colloqui tra i due ministeri degli Affari esteri proseguiranno, al fine di trovare una soluzione reciprocamente accettabile. Ha affermato che in questi tempi storici è necessario aprire immediatamente i negoziati di adesione con l'UE perché i processi di integrazione in stallo per la Macedonia sono fonte di vulnerabilità sistemica, i cui effetti si riversano negativamente sull'intera regione. Secondo Osmani, anche se ora non succede nulla, il Paese rimarrà impegnato nelle riforme europee, ma lo slancio politico stesso ne risentirà.