Rangjelovic: Non abbiamo bisogno di un processo europeo secondo criteri bulgari, per chiedere modifiche alla proposta francese

Foto: Archivio

La proposta francese, che tra l'altro è una e non ce ne sono due, è inaccettabile in questa forma, ma ciò non significa che non rappresenti una buona base su cui pervenire ad una soluzione, dice il politologo Ivo Rangjelovic per "Sloboden Pechat".

- Ma l'attuale proposta mette il processo di integrazione della Macedonia nell'interesse della Bulgaria. Invece di concentrarsi sui criteri di Copenaghen, ora saranno i criteri bulgari. La proposta conferisce alla Bulgaria il potere del ricatto durante tutto il processo di integrazione, che può causare gravi crisi nella società, nonché spazio per commerciare con gli interessi nazionali da parte di alcuni futuri governi in Macedonia al fine di ottenere l'adesione formale all'UE - afferma Rangjelovic.

Secondo lui, ci sono diversi difetti chiave nella proposta che potrebbero diventare un grosso problema in futuro.

- La proposta non offre alcuna garanzia per ulteriori richieste della Bulgaria, né sottolinea che tali richieste chiudono il ciclo di negoziati. In secondo luogo, la dichiarazione unilaterale sulla lingua della Bulgaria ha un'essenza assolutamente poco chiara e rappresenta una grande riserva sullo status formale della lingua macedone. Dobbiamo ancora vedere quale sarebbe il ruolo di tale affermazione. Inoltre, il protocollo (sconosciuto al pubblico) è stato ribattezzato relazioni annuali e spinge la storia nelle trattative una piccola porta. Ma discutere sulla storia non è il problema. Il problema sta nel fatto che proprio i contorni del protocollo saranno oggetto di un eventuale nuovo veto di Sofia. Infine, accettare l'obbligo di emendare la costituzione da parte delle minoranze è una trappola, perché l'eventuale mancato raggiungimento della maggioranza assoluta (che il governo in realtà non ha) renderà il Paese un ostacolo da solo sulla via della Ue - non servirà il veto bulgaro - ha spiegato Rangjelovic.

Aggiunge che le accuse secondo cui non avremo una proposta migliore vanno in profondità nel regno della speculazione e sono al loro interno.

– È necessario un approccio da statista nella costruzione di una strategia. Alla fine, se una strategia sfida l'interesse nazionale, allora non dovrebbe essere la nostra strategia a cui tendere - dice Rangjelovic.

Secondo lui, se la proposta viene respinta, il governo ha la possibilità, attraverso una posizione consensuale con l'opposizione, di insistere su alcune modifiche all'attuale proposta, e quella mossa si baserà su una seria legittimità, in primo luogo, a causa del consenso.

- Inoltre, lo slancio geostrategico, causato dalla crisi in Ucraina, indica che ora è proprio il fattore internazionale ad avere fretta di portare la Macedonia sulla strada europea, e questo dovrebbe essere utilizzato - conclude Rangjelovic.

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