Una nota di protesta dal Kosovo per l'incidente con il presidente Vjosa Osmani all'aeroporto di Skopje
Il Ministero degli Affari Esteri e della Diaspora del Kosovo ha annunciato di aver inviato venerdì una nota di protesta alla Macedonia del Nord, chiedendo una spiegazione immediata e completa sull'incidente all'aeroporto di Skopje con il presidente del Kosovo Vjosa Osmani, ha riferito il corrispondente del MIA da Pristina.
Secondo il comunicato del Ministero degli Affari Esteri, Il presidente Osmani ha dovuto affrontare un trattamento inappropriato e illegale da parte della sicurezza dell'aeroporto di Skopje.
- Il Ministro (Donika) Grvala ha presentato una nota di protesta alle autorità della Macedonia del Nord, chiedendo una spiegazione immediata e completa per questo incidente. Allo stesso tempo, secondo la dichiarazione del Ministero, le autorità macedoni sono state invitate ad adottare misure immediate per far luce sul caso e per garantire che tali eventi non si ripetano in futuro.
Secondo l'annuncio, subito dopo l'incidente, Grvala ha incontrato giovedì sera e venerdì l'ambasciatore della Macedonia del Nord in Kosovo per chiedere chiarimenti sul caso.
- La Ministra Grvala ha incontrato oggi presso il MAE il Vice Primo Ministro della Macedonia del Nord, Arben Fetai, con il quale ha discusso dell'incidente in questione e della necessità di intraprendere azioni istituzionali rapide. Nell'ambito delle azioni intraprese, la Ministra Gervala ha ricevuto questo pomeriggio una telefonata dal suo collega macedone, il Ministro degli Esteri Timcho Mutsunski, in cui è stata espressa, secondo l'annuncio, la preoccupazione delle istituzioni kosovare per l'incidente di ieri.
Il presidente Osmani, secondo l'annuncio pubblicato dalla Presidenza, giovedì c'è stato un tentativo di confiscare il suo telefono ai controlli di sicurezza dell'aeroporto di Skopje. Addirittura, come si dice, c'è stato un tentativo di allontanare fisicamente Osmani.
In una dichiarazione pubblica, la Presidenza della Repubblica del Kosovo ha espresso la sua indignazione per le "dichiarazioni inaccettabili del Ministero degli Interni della Macedonia del Nord", nonché per la "propaganda che si sta sviluppando contro la Repubblica del Kosovo".