Rinomati giornali mondiali chiedono che l'America smetta di perseguire Assange

Protesta per il rilascio di Julian Assange/ Foto EPA-EFE/Mourad Balti Touati

Gli autorevoli quotidiani "New York Times", "Guardian", "El Pais", "Le Monde" e "Der Spiegel" oggi, nel 12° anniversario della pubblicazione dei documenti rivelati dalla rete "Wikileaks", hanno invitato il amministrazione degli Stati Uniti per fermare il criminale per perseguire il fondatore di questo gruppo, Julian Assange, per aver divulgato segreti di stato statunitensi.

Contro il 51enne australiano è stata intentata una causa negli Stati Uniti a causa della pubblicazione di oltre 700.000 documenti riservati sulle attività militari e diplomatiche americane, soprattutto in Iraq e Afghanistan, di cui questi cinque giornali hanno scritto dal 2010. Se condannato, Assange rischia l'ergastolo.

Le autorità svedesi hanno presentato un mandato d'arresto per Assange nel 2010 con l'accusa di stupro e violenza sessuale. Successivamente è stato arrestato nel Regno Unito, dove si trovava in quel momento, ed era in attesa di una sentenza su una richiesta di estradizione in Svezia. Due anni dopo ha chiesto asilo all'ambasciata ecuadoriana a Londra, dove è rimasto per i successivi sette anni. Nel 2019, la Svezia ha ritirato le accuse contro di lui. Nel 2019 l'Ecuador ha chiesto ad Assange di lasciare l'ambasciata, dopodiché è stato arrestato dalla polizia britannica e attualmente si trova in un carcere di massima sicurezza vicino a Londra, in attesa di una risposta del tribunale a un ricorso contro la decisione del governo britannico di estradarlo. Gli stati uniti.

"Raccogliere e pubblicare informazioni sensibili quando sono di interesse pubblico è una parte importante del lavoro giornalistico quotidiano", scrivono i caporedattori e direttori dei cinque giornali.

"Se questa questione viene criminalizzata, indebolirà notevolmente non solo la qualità della discussione pubblica, ma anche la nostra democrazia", ​​avvertono.

I giornali valutano che "dodici anni dopo le prime pubblicazioni" è "ora che il governo americano abbandoni il procedimento penale contro Julian Assange", perché "l'editoria non è un crimine".

Gli autori sottolineano che la legge antispionaggio del 1917 invocata dalla Corte quando Donald Trump era presidente, "non è mai stato applicato a giornalisti, media ed editori".

"Un'accusa del genere è un pericoloso precedente" e "minaccia la libertà di informazione", si legge nel testo pubblicato su rinomati quotidiani mondiali.

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