FMI: Cina a riconsiderare la politica "zero covid", che ha conseguenze per l'economia mondiale
Il Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Kristalina Georgieva, ha affermato oggi a Berlino che è tempo che la Cina smetta di perseguire una strategia di incarcerazione di massa della popolazione per prevenire la diffusione del coronavirus.
In un'intervista ad AP, come riportato da Beta, Georgieva ha invitato la Cina a riconsiderare la sua politica "zero covid", che isola ogni caso di infezione da virus, perché quella strategia "colpisce le persone e l'economia".
Il cambio di strategia della Cina contro il coronavirus attenuerà le conseguenze per l'economia mondiale, che è già alle prese con un'inflazione elevata, una crisi energetica e un approvvigionamento alimentare interrotto. Sebbene le autorità cinesi abbiano revocato alcune restrizioni a seguito delle proteste in diverse città, non hanno dato segno di abbandonare una strategia che ha tenuto milioni di residenti confinati nelle loro case per mesi.
"Vediamo quanto sia importante abbandonare la quarantena di massa. Le misure per prevenire la diffusione del coronavirus non dovrebbero avere costi economici significativi", ha affermato Georgieva.
Ha anche invitato la Cina a rivedere la sua politica di vaccinazione e concentrarsi sulla vaccinazione delle "persone più vulnerabili", poiché il basso tasso di vaccinazione degli anziani è la ragione principale per cui Pechino sta ricorrendo alla quarantena, mentre l'emergere di varianti più pericolose ha aumentato la pressione sulle autorità per fermare la diffusione del virus.
La "chiusura" di massa ha rallentato tutto, dai viaggi alla vendita al dettaglio, nella seconda economia più grande del mondo. Il FMI prevede che l'economia cinese crescerà solo del 3,2% quest'anno, che è al di sotto della media globale per quest'anno.
Il Partito Comunista ha adottato misure simili alle raccomandazioni di Georgieva, spostandosi per isolare edifici o quartieri in cui sono state rilevate infezioni, piuttosto che isolare intere città, e apportando altre modifiche che, secondo lui, mirano a ridurre la sofferenza umana e i costi economici, ma un picco di infezioni in ottobre ha spinto le autorità cinesi a imporre quarantene e altre restrizioni che i residenti considerano estreme.