Klekovski dopo gli sviluppi in oncologia: non mi dimetterò

Il direttore della Cassa malattia (FZOM) Sasho Klekovski ha dichiarato stasera che non si dimetterà davanti alle richieste di dimissioni avanzate dall'SDSM, sottolineando che il partito non ha alcuna credibilità per rivendicare responsabilità.

-L'SDSM, il cui leader Venko Filipce non si è assunto la responsabilità dei pazienti bruciati vivi, ora reclama la responsabilità, penso che non abbia alcuna credibilità. Vorrei solo ricordare che durante il loro mandato si sono verificati gli abusi più grandi, soprattutto dei costosi farmaci di Oncologia, una situazione devastante che ha ancora delle conseguenze. E no, non mi dimetterò, perché non ho contribuito a nulla a questa situazione né facendo né non facendo. Al contrario io, cioè il Fondo e la Clinica, il direttore, la direzione e tutto lo staff, stiamo lavorando duramente per superare la situazione ereditata. Permettetemi di ricordarvi che dopo sette anni di devastazione, questa leadership è in carica solo da sei mesi, ha detto Klekovski.

Riguardo alla nuova situazione della Clinica Oncologica, riguardo alla mancanza di terapia biologica, ha chiarito che su 5mila pazienti solo un piccolo gruppo è privo di una certa terapia e che si sta lavorando per colmare questa mancanza.

- Il direttore ha ereditato la Clinica Oncologica con un debito di 12 milioni di euro e tutti quei problemi che devono ancora essere rivelati al pubblico. In questi sei mesi il Fondo ha stanziato altri cinque milioni di euro per il risanamento della situazione finanziaria. Un'altra prova che non mi sottraggo alle responsabilità è che sia io che il regista siamo a disposizione dei media e del pubblico e non ci nascondiamo, ma siamo qui per rispondere alle vostre domande, ha detto Klekovski.

Lui ha sottolineato che ciò che si vuole superare è con una pianificazione dettagliata della clinica, per vedere quale medicinale ha la possibilità di essere acquistato con allegato ai contratti esistenti, quale medicinale deve essere acquistato tramite donazione mentre viene organizzato l'approvvigionamento, e per alcuni medicinali, come dice, si stringeranno accordi immediati con i produttori, non con i grossisti.

Dice che JO dovrebbe pronunciarsi sul lavoro dell'oncologia negli ultimi sette anni, perché, come dice, senza chiarire il passato, è difficile far avanzare la situazione.

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