"Esperti" per protocollo: sputo!

Aneta Stojkovska / Foto: Free Press

Tutti coloro che vedono il 24 maggio solo come un'altra festa in cui non vanno al lavoro, purtroppo continueranno ad "annegare" nella loro ignoranza, nelle loro frustrazioni e a trovare l'unico piacere di "sputare" su tutto ciò che è nostro. noi siamo - dalla gente comune ai politici, atleti, cantanti...

Molto rumore si è alzato nell'opinione pubblica dopo la visita del Presidente del Consiglio Dimitar Kovacevski a Roma e in Vaticano, dove ha guidato la delegazione di Stato alla celebrazione del 24 maggio - Giornata degli educatori tutto slavi, santi Cirillo e Metodio . Rimase lì, invece che con la moglie, accompagnato dalla figlia Tamara.

E, come è l'ordinanza, i buoni "intenditori" di tutte le condizioni e gli sviluppi del Paese dalla sanità all'alta politica, e soprattutto protocolli (che nel protocollo solo le lettere della parola riconoscono) hanno gridato sui social come affamati cani - com'era portare a spasso suo figlio a Roma e portarlo ancora a un'udienza con il papa. Quindi è stato nepotismo, poi abuso d'ufficio, e allora perché la ragazza era vestita di nero come se andasse a un funerale e così via parolacce e ancora più "saggezza".

E ora so che alcuni di quelli in servizio per commentare sui social mi accuseranno di "cospirazione mercenaria, satanica con il governo", ma mentre aspetto, come si suol dire, "Dio mi giudichi", chiederei a tutti quelli che negano che tutto sia una cura per la loro anima, per essere un po' più informati prima che finiscano le parole.

La visita del presidente del Consiglio accompagnato dalla figlia rientra nel protocollo e non è qualcosa di insolito, né si tratta di abusi. L'Academy of Protocol ha cercato di spiegare che ci sono stati “numerosi casi in cui i familiari di un uomo di stato (coniuge, figli, genitori, parenti stretti) hanno partecipato a visite, eventi o udienze ufficiali, o hanno agito come ospiti. "Ciò avviene nei casi in cui lo statista non ha un coniuge o gli è impedito di assumere il ruolo assegnatogli, quindi l'incumbent mostra onore essendo accompagnato da un familiare". Ma chi dovrebbe leggere. E a chi "dare fastidio" per imparare qualcosa di nuovo.

Per quanto riguarda gli abiti neri di Tamara Kovacevska, sono completamente conformi al codice di abbigliamento vaticano. Secondo il protocollo vaticano, le donne dovrebbero indossare abiti formali, maniche lunghe e un velo nero che copre il capo quando incontrano il papa. L'abito non deve essere decollete, deve coprire le spalle e la gonna le ginocchia. Per chi non lo sapesse, nella tradizione cattolica romana l'abito nero è simbolo di valori come la pietà e l'umiltà. Ecco perché quasi tutti gli statisti e statisti del mondo al ricevimento con il Papa sono in nero. In segno di rispetto. E così la giovane Tamara, per la quale anche i meno informati avrebbero dovuto almeno presumere, se non lo sanno già, che doveva aver seguito qualche protocollo ufficiale, perché altrimenti probabilmente la sua scelta, proprio per via della sua giovinezza, non sarebbe quella di "annerire".

Due giorni fa abbiamo celebrato tutti la Giornata degli educatori tutto slavi. Qualcuno pensa a quanto siamo alfabetizzati, come siamo educati, come ognuno di noi, almeno un po', continua la missione di Cirillo e Metodio. Perché essere alfabetizzati e istruiti non significa solo conoscere le lettere, saper leggere e scrivere. Significa conoscere, imparare, informare, ascoltare il punto di vista e l'opinione di altre persone, discutere con argomenti - e non commentare senza connessione. Tra l'altro.

Tutti coloro che vedono il 24 maggio solo come un'altra festa in cui non vanno al lavoro, purtroppo continueranno ad "annegare" nella loro ignoranza, nelle loro frustrazioni e troveranno l'unico piacere nello "sputare" su tutto ciò che è nostro. siamo - dalla gente comune ai politici, agli atleti, ai cantanti (come Andrea, per esempio, che abbiamo distrutto prima del portabandiera perché, beh, a qualcuno non piacevano la sua pettinatura oi suoi vestiti).

Ed è per questo che nessun altro è, né può essere, responsabile per noi. La colpa è solo in noi. Se non amiamo noi stessi, chi ci amerà?

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