Donne in un mercato a Teheran / 27 febbraio 2025 / Foto: EPA-EFE/ABEDIN TAHERKENAREH

21° secolo in Iran: droni e spie con app "cacciano" le donne che violano il dress code

Secondo un nuovo rapporto delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nello Stato teocratico, le autorità iraniane utilizzano droni, sorveglianza digitale e app di riconoscimento facciale per rintracciare le donne che si discostano dalle norme prescritte di "abbigliamento modesto" e dall'obbligo di indossare l'hijab.

Il rapporto evidenzia la strategia del regime di "vigilanza sponsorizzata dallo Stato", che incoraggia i cittadini a segnalare violazioni del codice di abbigliamento tramite app mobili specializzate. Le autorità iraniane hanno inoltre installato telecamere di sicurezza nelle principali città e autostrade per monitorare gli abiti femminili, rafforzando ulteriormente i controlli, secondo quanto riportato.Indipendente".

Il rapporto, pubblicato dalla Missione internazionale indipendente di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite sull'Iran, è in linea con la precedente conclusione secondo cui le autorità iraniane erano responsabili della morte di Mahsa Amini, la ragazza uccisa mentre era in custodia nel 2022 e la cui morte ha scatenato un'enorme ondata di proteste. Nonostante la brutale risposta del regime, le proteste continuano ancora oggi. Secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite e da organizzazioni indipendenti per i diritti umani, le donne in Iran che non rispettano le leggi sull'uso dell'hijab in luoghi pubblici vanno incontro a gravi conseguenze, tra cui arresti, percosse e violenza sessuale in custodia. Le università, come l'Università Amirkabir di Teheran, hanno installato software di riconoscimento facciale agli ingressi per garantire il rispetto della legge.

Le forze di sicurezza iraniane hanno anche “armato” la tecnologia lanciando l’app mobile “Nazer”, che consente a individui “verificati” di segnalare le donne che non indossano l’hijab nei taxi, negli autobus e nelle ambulanze. Dopo essere stati segnalati, i proprietari di veicoli che hanno consentito a donne scoperte di viaggiare al loro interno ricevono messaggi di avvertimento e le violazioni ripetute possono portare alla confisca dei veicoli. Le telecamere di sorveglianza autostradale rafforzano ulteriormente questo monitoraggio invasivo, alimentando il timore di una sorveglianza digitale diffusa da parte della polizia.

Il rapporto delle Nazioni Unite, basato su interviste con circa 300 vittime e testimoni, documenta sistematiche violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni extragiudiziali e violenze sessuali in custodia. Alcuni manifestanti detenuti, tra cui bambini, furono giustiziati e la loro morte fu falsamente denunciata come suicidio. I risultati tracciano un quadro fosco del sistema giudiziario iraniano, che manca di indipendenza e consente al governo di reprimere il dissenso.

Il rapporto verrà presentato ufficialmente al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite il 18 marzo.

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